Ore di città/08

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193885Ore di città/081988Delio Tessa

Canta Schipa

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... secondi posti: tre. Primi: cinque. Galleria... «Rose nere». Come sarà?
No, decido di no.
Più in là...
... sul mare luccica
l'astro d'argento...
... un altoparlante trasmette il programma Radio-pomeriggio.
Sul marciapiede c'è gente ferma in ascolto. Dentro, nell'atrio del negozio ove la trasmissione si effettua, c'è folla.
Il canto non sembra venire da nessun punto in particolare. È nell'aria. Chi è qui, ci vive in mezzo.
Qualcuno intanto se ne va.
A questa nuova canzone...
... in te rapito al suon della tua voce...
...altra gente fa sosta, s'assiepa...
... lungamente sognai...
Facce estatiche!

Lungamente sognai... l'eco di queste parole è diffuso intorno, la melodia nostalgica che le anima ci tien qui, non ci lascia partire. Penso al canto delle sirene. La città non è forse un mare? Uno può, passando, fermarsi un istante e poi, quasi a forza, strapparsi all'incantamento e andar via ma se indugia è preso nel cerchio magico della musica, non parte più. Il 13, il 21, il 35... Otto tram e un autobus passano, s'intersecano su questa piazza. Gente, gente, auto, moto e gente, gente... Il mare in tumulto della città s'infrange al lido di questo marciapiede ove un gruppetto d'altra gente s'è dimenticata di sé e di tutto e, immobile, tace.

Chi vuol passare deve farsi largo tra la piccola folla che cede lentamente e sembra stupirsi che qualcuno passi ancora... ... torna caro ideal...

Chi passa, s'arresta. La malìa del canto, quei visi assorti, quegli occhi assenti, l'hanno preso, irretito. «No, non torna più». Un cenno, un piccolo cenno di diniego «non torna più», par che dica costui.

... e ti sentii nell'aria
nella luce dei fiori...

La servetta con quel bambino in collo troppo pesante per lei e che si torce nello sforzo continuo di portarlo, sorride... sorride a un che di sereno che per questo cielo bigio le appare... il pupo mi guarda attonito e mi presenta l'anello di un coso che ha in bocca, e :che sta succhiando...

... torna caro ideal...

La canzone si spegne, dilegua, non è più.

Il fattorino che ha fermato la bicicletta ai margini del marciapiede fa un gesto vago come per allontanare da sé i veli di un sogno. Si guarda in giro come per ritrovarsi e finalmente, va.

Rivedo i pensieri che ritornano, risento i crucci che ripesano. Il grumo d'umanità che s'era formato si va sciogliendo e tutto è di nuovo come prima. Una voce in altoparlante annuncia:

«Tito Schipa ha cantato...»