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Primorska (Litorale) pure il Trentino, il Tirolo meridionale sino al Brennero e la Dalmazia con le isole. La linea di demarcazione concedeva all’Italia molto più di quanto era stato stabilito col patto di Londra. A settentrione l’esercito italiano occupò il distretto di Tarvisio ed il monte Peč si trovò a fare da confine tra l’Italia, l’Austria e la Jugoslavia. Dal Triglav a Črna prst la linea di demarcazione coincideva con quella «londinese», da qui ad Idrija penetrava già nella valle di Poljane e della Sora; da Idrija allo Snežnik occupava il bacino fluviale della Pivka e la fascia ad oriente della soglia delle alture di Postojna, compresa la stazione ferroviaria di Logatec. L’esercito italiano oltrepassò la linea di demarcazione presso Logatec ed il 13 novembre penetrò fino a Vrhnika. In nome degli alleati e per ordine del governo nazionale il comandante delle unità serbe in Slovenia consegnò all’esercito italiano l’ultimatum che ne ordinava l’immediato ritiro sullo spartiacque Soča-Sava. Gli Italiani occuparono pure la città di Reka (Fiume), contrariamente a quanto contemplato sia dal patto di Londra che dall’armistizio. Quasi 300’000 Sloveni rimasero al di là della linea di demarcazione.

L’occupazione del territorio sloveno avvenne in modo pacifico e si concluse il 23 novembre 1918. Per quanto concerneva l’amministrazione dei territori occupati le autorità italiane fecero tesoro delle esperienze acquisite nel periodo 1915-1917, quando le questioni amministrative erano di competenza del Segretariato generale per gli Affari Civili. Il 19 novembre quest’ultimo assunse la gestione delle questioni amministrative per quanto riguardava la Venezia Giulia che comprendeva la Contea Principesca di Gorizia-Gradisca, parte della Notranjska e della Koroška (Carinzia),Trieste e l’Istria con Cres e Lošinj.

La denominazione italiana Venezia Giulia (nella traduzione letterale Julijska Benečija) venne tuttavia usata solamente durante i primi anni, dopodiché si affermò l’uso dell’espressione Marca Giuliana (Julijska Krajina). Il nome Venezia Giulia non trovava corrispondenza in alcuna determinata definizione geografica o politico-amministrativa, bensì serviva solamente a contrassegnare la nuova «provincia» che veniva ad essere parte integrante dell’Italia. I confini di questa regione mutavano a seconda degli eventi politici. Originariamente questo nome comprendeva l’intero territorio che il trattato di Rapallo aveva concesso all’Italia. Con l’avvento del fascismo venne esclusa da questo territorio la maggior parte della Contea Principesca di Gorizia-Gradisca, conglobata nella regione di Udine. Dopo l’annessione della città di Reka (Accordo di Roma del 27 gennaio 1924) vennero esclusi da esso pure questa città e la parte ceduta della contea di Gorizia-Gradisca. In base alla versione slovena

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HISTOIRE DES ALPES - STORIA DELLE ALPI - GESCHICHTE DER ALPEN 1997/2