Page:Labi 1997.djvu/122

This page has been proofread.

gruppo di esperti preparò una serie di studi e saggi che sarebbero serviti da base «scientifica» nella definizione dei nuovi confini dello stato jugoslavo, appoggiando nel contempo in linea teorica pure le aspirazioni all’Unione alla nazione madre di quei territori che corrispondevano ai parametri etnici. A questo scopo venne istituito uno speciale organo referente per i confini nell’ambito dello Znanstveni inštitut (Istituto scientifico) presso il Comitato esecutivo del Izvrsni odbor Osvobodilne fronte (Fronte di Liberazione) - fronte che guidava il movimento di resistenza in Slovenia.

Dopo la fine della guerra il Litorale (Primorska) venne occupato dall’esercito jugoslavo, ma il 12 giugno 1945 questa regione venne divisa in due zone di occupazione. La Zona A della Julijska krajina (Venezia Giulia) apparteneva all’amministrazione militare alleata e comprendeva le regioni di Trieste, Gorizia e Pola. La Zona B apparteneva all’amministrazione militare dell’Armata jugoslava e comprendeva il territorio tra il confine di Rapallo e la linea Morgan che correva dalla costa a settentrione di Koper (Capodistria) attraverso le alture di Milje (Muggia) verso Sežana, fino al limite orientale di Gorizia, alla confluenza dell’Idrijca con l’Isonzo e ad est di Tarvisio fino al confine austriaco. Il 15 settembre 1947 entrò in vigore l’accordo di pace con l’Italia, firmato nel febbraio del 1947, e con esso pure la divisione territoriale del Litorale Sloveno (Slovensko Primorje). Alla Jugoslavia venne annessa la zona B della Julijska krajina (Venezia Giulia) e parte della zona A della Julijska krajina (Venezia Giulia), esclusa la parte che venne conglobata nel Territorio libero di Trieste (TLT, Svobodno tržaško ozemlje - STO). Questo ultimo comprendeva Trieste ed il suo entroterra e, istituito il 16 settembre 1947, cessò di esistere il 5 ottobre 1954; il territorio internazionalizzato si trovava sotto la tutela delle Nazioni Unite. In esso vigeva un «regime provvisorio» amministrato dall’esercito anglo-americano (zona A del TLT) e da quello jugoslavo (zona B del TLT).

Ilt5 ottobre 1954 venne firmato a Londra un memorandum d’intesa con il quale il confine tra la Jugoslavia e l’Italia veniva stabilito de facto. Il TLT non era più amministrato dall’esercito: la zona A del TLT apparteneva all’Italia e la zona B del TLT apparteneva ora alla Jugoslavia. Il 10 novembre 1975 i due Paesi firmarono i cosiddetti «Accordi di Osimo», con i quali veniva ratificato definitivamente il confine tra i due stati, i quali assumevano pure la cura e la tutela reciproca e bilaterale dei diritti delle minoranze che vivevano nei loro paesi. Gli accordi garantivano inoltre il miglioramento delle condizioni di vita nella zona di confine.

132
HISTOIRE DES ALPES - STORIA DELLE ALPI - GESCHICHTE DER ALPEN 1997/2