luppo economico italiano alla luce della ricostruzione della popolazione attiva, Roma 1970, pp. 325-327.
15 F. Zajczyk, La resistibile ascesa delle donne in Italia: stereotipi di genere e costruzione di nuove identità, Milano 2007.
16 Cf. G. Pieraccini, Patologia del lavoro e terapia sociale, Milano 1905.
17 N. R. Bonfanti, «Il costo della nostra emigrazione», in: Ufficio per la Mediazione del Lavoro, appendice al Protocollo della seduta della Commissione direttiva tenuta addì 16 Maggio 1914, Rovereto 1914, p. 24.
18 G. W. Allport, La natura del pregiudizio, Firenze 1973.
19 C. Grandi, «Follia da esportazione: la malattia mentale nei migranti», in: C. Grandi, R. Taiani (a cura di), Alla ricerca delle menti perdute. Viaggi nell'istituzione manicomiale, Trento 2003, pp. 59-63; C. Grandi, «Des femmes différentes: le dépaysement du retour au pays», in: A.-L. Head-Konig, J. Goy (sous la dir. de), Les migrations des ruraux dans l’espace européen. Trajectoires et impacts (18e-20e s.), Berna 2009 (in corso di pubblicazione).
20 Una fra tutte: A. M. Mozzoni, La donna e i suoi rapporti sociali, Milano 1864.
21 V. Beechey, «The Sexual Division of Labour and the Labour Process. A critical Assessment of Braverman», in: The Degradation of Work? Skill, Deskilling and Labour Process, London 1982, pp. 54—73.
22 R. Farr, S. Moscovici (a cura di), Rappresentazioni sociali, Bologna 1989.
23 D. Maraini, «Quale cultura per la donna», in: P. Bruzzichelli, M. L. Algini (a cura di), Donna, cultura e tradizione, Milano 1978, p. 62.
24 E. R. Papa (a cura di), Il positivismo nella cultura italiana tra Otto e Novecento, Milano 1985.
25 Un esempio emblematico: in Italia, il Regio Decreto 25 gennaio 1863 no 1137 consentiva alle parenti di primo grado degli impiegati benemeriti defunti di lavorare negli uffici telegrafici, così lo Stato risparmiava le pensioni di reversibilità.
26 L. de Nobili, «Appunti sull’emigrazione dalla Calabria. Villani che partono - Galantuomini che restano», La riforma sociale, 1907, pp. 412-41; L. O. Baroni, «Il lavoro nelle miniere del Regno di Prussia», Bollettino MAE, 242, 1902, pp. 775-780; F. Piselli, La donna che lavora: la condizione femminile tra arretratezza e società industriale, Bari 1975.
27 P. Mantegazza, Fisiologia del piacere, Milano 1899.
28 N. R. Bonfanti, «Le operaie trentine negli opifici del Vorarlberg», Pro Cultura, I, 1914, p. 21.
29 P. Villari, L’Emigrazione e le sue conseguenze in Italia, Nuova Antologia, 1, 1907, p. 36.
30 P. Villari, Donne e fanciulli che emigrano, s. l. 1906/7.
31 Villari (vedi nota 29), p. 35.
32 E. Duse, «Pellagra, alcoolismo ed emigrazione nella provincia di Belluno», Rivista Pellagrologica Italiana, 1, 1909. Cf. inoltre Grandi, Taiani (vedi nota 19), pp. 91-92.
33 I. Illich, Il genere e il sesso: per una pratica storica dell'uguaglianza, Milano 1990; G. Simmel, «Il relativo e l’assoluto nel problema con i sessi», in: Saggi di cultura filosofica, Parma 1993 (ed. originale 1911).
34 J. Stuart Mill, La soggezione delle donne, Roma 1971 (ed. originale 1869), p. 12.
35 F. Padoa Schioppa, La forza lavoro femminile, Bologna 1977, p. 13. Il citato lavoro appartiene agli studi di genere di un fecondo periodo individuabile negli ultimi decenni del secolo scorso, che oggi si prestano ad una interessante rivisitazione.
36 C. Lombroso, Studi per una Geografia medica d'Italia, Milano 1878, pp. 1-2. Sullo sfondo di tali problematiche è importante sottolineare l’importanza di due volumi editi nel 1906, una messe di studi sulla endemia pellagrosa - in definitiva regressione - e sull’affermazione della tubercolosi come malattia sociale: Atti del IIIo Congresso pellagrologico italiano (Milano 24-26 settembre 1906), Udine 1907; Io congresso per la lotta sociale contro la tubercolosi tenuto a Milano dal 24 al 29 settembre 1906, vol. 2, Bovisio 1906.
37 L. Devoto, «Il compito della donna nei riguardi delle malattie del lavoro», Il Ramazzini, 3-4, 1908, pp. 184-188; P. Sorcinelli, La pellagra e la morte, Ancona 1982, p. 23.