sbocco (fig. 2). In particolare, tra il 1747 e il 1796, Krefeld e Zurigo ricevettero rispettivamente il 50,3 percento e il 18,7 percento della seta spedita dai Salvadori. Se a Zurigo i contatti più assidui erano quelli con i Muralt, nella località renana i Salvadori entrarono in stretti rapporti soprattutto con la ditta Federico e Enrico von der Leyen, che in alcuni anni acquistò sino al 60 percento della seta esportata dalla ditta trentina. Le spedizioni più consistenti vennero effettuate negli anni Ottanta, quando la ditta di Krefeld raggiunse l’apice del successo, affermandosi come una delle maggiori imprese seriche a livello internazionale. Lo stretto legame con i von der Leyen si rivelò, peraltro, piuttosto rischioso a fine secolo, quando, nel corso delle guerre napoleoniche, le armate francesi occuparono i territori sulla riva sinistra del Reno, inclusa Krefeld. Dal crollo drammatico delle spedizioni che ne seguì, la ditta Salvadori seppe comunque riprendersi, trovando ad esempio nuovi sbocchi sul mercato londinese.
Sebbene le scelte strategiche adottate dai Salvadori avessero privilegiato, di volta in volta, particolari prodotti - dapprima l’olio, poi il tabacco, e quindi la seta - per gran parte del Settecento l’impresa conservò una certa diversificazione merceologica. In seguito, non perse comunque quel carattere multifunzionale che era tipico di molte imprese di antico regime, che accanto al commercio a lunga distanza esercitavano anche attività di carattere manifatturiero e bancario.[9] In un contesto in cui l’incertezza e la limitata dimensione dei mercati inducevano a diversificare gli affari, i Salvadori decisero inizialmente di non specializzarsi in un particolare prodotto o attività, e si impegnarono invece su più fronti: parteciparono al commercio di transito, agendo da intermediari per conto di ditte veronesi e tedesche, e commercializzarono un’ampia gamma di merci, compresi vino e marroni. Solamente negli ultimi decenni del Settecento, quando le redini dell’impresa passarono alla terza e quarta generazione, si intraprese una strategia di graduale focalizzazione che culminò, negli anni Ottanta, nella scelta di concentrare le attività aziendali sulla produzione e sul commercio della seta e sulle negoziazioni cambiarie connesse. Nel 1780-1781, vennero quindi ceduti due rami storici come il negozio di Pergine e quello del tabacco, ritirando risorse da due comparti che presentavano, rispettivamente, un andamento decrescente degli utili e del fatturato, per destinarle ad impieghi più redditizi e con maggiori prospettive di sviluppo.